I greenhouse gases conosciuti meglio come gas ad effetto serra sono emessi a causa dell’attività dell’uomo e prendono la forma, ad esempio, dell’anidride carbonica e del metano. Siamo a conoscenza ormai da tempo dell’incidenza dell’attività dell’uomo, tanto agricola quanto industriale, sulla loro emissione incontrollata che ha rapidamente accelerato la parabola del cambiamento climatico.
Attualmente il 14% delle emissioni di gas proviene dall’attività agricola, una percentuale pari a quella riguardante i trasporti, di cui il 60% proviene dalla zootecnia, quindi dagli allevamenti intensivi che producono carne per gran parte del mondo occidentale. In Italia, ad esempio, il consumo pro-capite è di circa 80 kg annui. In aggiunta gli allevamenti intensivi agricoli e ittici contribuiscono molto più di quanto si possa pensare all’aumento del fenomeno della deforestazione, diminuendo in tal modo l’assorbimento da parte delle piante dell’anidride carbonica e contribuendo alla forte diminuzione della biodiversità.
È quindi possibile affermare che le nostre scelte alimentari influiscano sulle condizioni del nostro pianeta.
Proprio per questo è necessario effettuare scelte consapevoli e ove possibile sostenibili già a monte, preferendo piccole realtà agricole e alimentari alla grande distribuzione.
Alla luce di tutto ciò la politica europea ha stabilito che per invertire la rotta entro il 2050 dovremmo abbattere dell’80% il consumo di carne e latticini, preferendo una dieta ricca di ortaggi e cereali, sia per il nostro organismo che per la salute del pianeta.