Come già visto in precedenza sono le nostre azioni a permettere di invertire la rotta del cambiamento climatico. Tra queste troviamo anche la modalità di fare la spesa che ciclicamente si modifica insieme alle nostre abitudini. Già da tempo, infatti, si sono riscoperte le botteghe di quartiere che a discapito della grande distribuzione organizzata (di seguito GDO) anche in periodo di pandemia hanno visto un incremento di spesa, facendo un salto nel passato a quando ognuno aveva il proprio fruttivendolo, macellaio e alimentari di fiducia.
Fare la spesa di prossimità oppure a km zero, infatti, comporta molteplici vantaggi tra cui la riduzione dello spreco alimentare e il ritorno dei prodotti di stagione.
Nel primo caso è stato riscontrato un calo dello speco tra il 40-60%, a fronte della cifra da capogiro di 1,3 mld di tonnellate di cibo che ogni anno nel mondo finiscono in discarica. Questo dato si lega in senso stretto con la freschezza dei prodotti che si rovinano più difficilmente poiché non soggetti a km e km di trasporto (su gomma) ma raccolti a pochi passi dal luogo di vendita.
In tal modo possiamo sia ridurre l’emissione di GHG limitando o eliminando il trasporto della merce sia migliorare la qualità dei prodotti che consumiamo che, di conseguenza, saranno anche meno trattati o soggetti a trattamenti chimici per mantenerne l’aspetto.