Legambiente ha assegnato 19 bandiere verdi all’arco alpino, premiando le pratiche di montagna che mettono insieme adattamento, sostenibilità ambientale, rispetto dei luoghi
Adattamento creativo, sostenibilità ambientale, rispetto dei luoghi e impegno a ripensare i territori di montagna per contrastare al tempo stesso la crisi climatica e lo spopolamento: seguendo queste direttrici, Legambiente ha assegnato nei giorni scorsi 19 “bandiere verdi” all’arco alpino, premiando gli esempi virtuosi di innovazione, adattamento e sostenibilità ambientale. Il Piemonte è stata la regione con più vessilli green, 5 in tutto, seguita da Friuli Venezia Giulia (4) e Veneto (3).
Alcuni esempi di realtà premiate? Il bioparco Acqua Viva nel cuneese per un progetto che ha permesso di recuperare un’area degradata da ex polveriera militare a bioparco; un comune (Balme, Torino) premiato per la scelta di rispettare paesaggio e natura attraverso delibere come quella contro la fruizione turistica con i veicoli a motore; il recupero dei frutteti tradizionali nelle aree urbane di Bolzano.
Le Alpi, rivendica Legambiente, sono “importante culla di esperienze virtuosa da replicare per rispondere a crisi climatica e spopolamento. A livello locale chiediamo la piena applicazione della Carta di Budoia e l’impegno da parte di tutti i comuni alpini a sottoscriverla”.
Montagna, adattamento creativo e innovazione
“È nelle pratiche di adattamento creativo e innovativo – si legge nel dossier di Legambiente – che la gente di montagna potrà e dovrà cimentarsi dando il meglio di sé per salvaguardare se stessa ma anche i territori che stanno a valle, ivi comprese le città che non hanno memoria delle montagne. Anche per questo è importante riconoscere l’impegno di coloro che attraverso i vari campi di attività provano a dare forma a nuovi significati e valori per le terre alte”.
I protagonisti delle storie di sostenibilità che arrivano dalle Alpi sono associazioni e operatori locali, piccoli comuni, enti culturali, in prima linea nel ripensare l’azione territoriale.
Le 19 bandiere verdi, spiega Legambiente, “ben raccontano la rivoluzione in atto nei territori montani che, con iniziative e progetti concreti e sostenibili, cercano di contrastare crisi climatica e spopolamento delle aree montane, facendo rete e rafforzando la comunità locale. Adattamento creativo e innovativo, sostenibilità ambientale e valorizzazione del territorio le parole d’ordine e d’azione che accomunano i 19 vessilli green 2023”.
La montagna e la Carta di Budoia
Queste esperienze virtuose meritano di essere replicate sul territorio montano e, spiega ancora l’associazione, “devono essere accompagnate tenendo fede agli impegni e agli obiettivi della Carta di Budoia, un documento presentato a giugno 2017 alla Conferenza internazionale di Alleanza nelle Alpi in Friuli-Venezia Giulia e che mette al centro l’importanza dell’azione dei comuni alpini nell’adottare strategie adattamento locale ai cambiamenti climatici, valutare i potenziali rischi e opportunità derivanti ai cambiamenti climatici per i loro territori, e selezionare le misure per gestire e rispondere efficacemente agli impatti climatici presenti e futuri”.
In vista di Carovana dei ghiacciai di quest’anno, in programma a metà agosto, Legambiente ha lanciato un appello chiedendo a livello locale la piena applicazione della carta di Budoia e invitando tutti i piccoli comuni montani alpini, che ancora mancano all’appello, a sottoscriverla.
Le bandiere nere
Non mancano le “bandiere nere”, con cui l’associazione denuncia le pratiche non sostenibili.
Sono 11 i vessilli assegnati quest’anno e di questi ben 10 sono stati assegnati a istituzioni pubbliche dell’arco alpino ad accezione del Piemonte, e una ad un privato. Il Friuli-Venezia Giulia incassa più bandiere nere, ben 3, seguita da Lombardia e Trentino (2 nere ciascuna), Valle d’Aosta, Veneto, Alto Adige con una bandiera nera per ognuna, Piemonte una.
“La montagna non deve essere lasciata sola”
«La montagna – ha detto Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – sta dimostrando di essere un territorio resiliente e di offrire nuove opportunità rispondendo così a crisi climatica e spopolamento. Il mondo delle bandiere verdi è, infatti, la prova evidente di questa resilienza e forza delle comunità locali che puntano sempre di più su innovazione, sostenibilità ambientale, valorizzazione del territorio e adattamento innovativo. Ma la montagna non deve essere lasciata sola, oltre al grande lavoro che stanno facendo i territori, è importante mettere a sistema anche interventi nazionali e risorse, a partire da quelle del PNRR, che vadano a sostegno e supporto delle realtà montane ampliando e rafforzando anche i servizi di base e più politiche di mitigazione e di adattamento che mettano davvero al centro questi territori».
FONTE: HELP CONSUMATORI – www.helpconsumatori.it